Ieri in sala Biasin serata in memoria del giornalista modenese Edmondo Berselli, scomparso per una brutta malattia meno di un anno fa. Presenti Paolo Fantoni, presidente dell’Istituto Gramsci, Leo Turrini, giornalista, e Franco Stefani, presidente di System Group. Sicuramente positiva la risposta dei sassolesi, infatti erano presenti circa ottanta persone, tra cui anche l’assessore Antonio Orienti, l’ex sindaco Graziano Pattuzzi e il presidente del Gruppo Florim Claudio Lucchese. Al centro della serata, alcune riflessione di Franco Stefani, che – traendo spunto dall’ultimo libro dello scrittore di Campogalliano (“L’economia giusta”) – ha risposta alle domande proposte da Turrini. Tanti i temi toccati, ma soprattutto tanti i temi caldi toccati nel corso dell’incontro, vedi l’etica imprenditoriale, la delocalizzazione produttiva, la povertà, il caso Fiat o gli esempi per i giovani. “Dobbiamo ricordarci – ha spiegato Stefani – che ogni giorno abbiamo a che fare con degli esseri umani. Il capitalismo rapace non è un buon esempio. Lo ricordate Olivetti? A suo tempo, creò un modello invidiato in tutto Europa, ma è stato distrutto a causa della nostra miopia. Viviamo in un mondo di cambiamenti e, in Italia, abbiamo una parte sindacale che è rimasta immobile, rendendo così estremamente difficile il lavorare nella nostra nazione. Prendiamo esempio dalla Germania: lo Stato coinvolge addirittura le maestranze nei consigli d’amministrazione. Mi piacerebbe che anche qui ci fosse una situazione simile”. Infine, ha concluso con un monito: “Proprio come diceva Berselli occorre capire che ci si deve abituare a non avere più i numeri di un tempo, vivendo così con meno”. Non sono, tuttavia, mancate le polemiche da parte di alcuni presenti per come è stata organizzata la serata. “Sono sempre stato molto critico verso Berselli – ha affermato Angelo Gualtieri – anche riconoscendogli le doti di un grande scrittore. Eppure stasera non hanno commemorato quest’uomo, anzi si è parlato di temi diversi da quelli del suo libro”. “Sono stupito – prosegue un altro degli intervenuti – per ciò che ho visto. Il libro di cui dovevano parlare, ma di cui non hanno parlato, è un testo estremamente consapevole, ci insegna che forse dobbiamo fare l’abitudine ad essere più poveri. Invece qui stasera si è lodata solo la politica del signor Marchionne!”
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