Gruppo di autodifesa e solidarietà ai multati e denunciati del Fassbinder commenta il caso di Gherardi e la reazione del vicesindaco della Lega Menani: “Il vicesindaco si affretta a dissociarsi dal “caso” Gherardi. E’ troppo comodo ridimensionare il tutto affermando che si tratta di “persona di animo buono e che non farebbe male ad una mosca” e che “non è in possesso della tessera”. Un rinvio a giudizio per istigazione all’odio razziale è una faccenda molto grave e se davvero Menani intende prendere le distanze dovrebbe chiedersi perché simili figuri provano simpatia per i proclami padani. Se davvero Menani vuole dissociarsi dovrebbe farlo seriamente e dimettersi da una giunta che ha fatto della discriminazione etnica e politica un’arma elettorale. Una giunta che non ha mai dimostrato una reale intenzione di confronto e dialogo. E’ stato così per gli islamici, è stato così per il Fassbinder. I cavilli burocratici che hanno portato alla chiusura delle moschee ed allo sgombero violento del Fassbinder altro non erano che risibili pretesti, come pretestuosa e inconsistente è la motivazione “vendita abusiva di alcolici” durante il corteo di protesta del 6 marzo scorso, con la quale l’amministrazione comunale pretende il pagamento di oltre 12.000 euro di multa. La giunta Caselli ha sistematicamente usato la macchina comunale per punire il dissenso politico e per alimentare le paure ed i più bassi istinti xenofobi al solo fine di raggranellare consenso. Questa è la triste realtà dei fatti. La realtà di un’arrogante e forcaiola destra di politicanti di provincia che dietro la rassicurante facciata della sicurezza, con rastrellamenti di immigrati, discriminazioni culturali e religiose, tentativi di censura della stampa non governativa, cancellazione dell’associazionismo non legato alla propria parte politica, divieti, ordinanze restrittive, militarizzazione del territorio, ha sfigurato Sassuolo trasformandola nella città dell’intolleranza. Continueremo a far sentire la nostra voce contro questa inaccettabile situazione nelle strade e nelle piazze ed il 6 maggio saremo davanti al giudice di pace”.
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