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22 Aprile 2011

Mario Cardone (Psi) su fisco e Tremonti

“Abbiamo preso atto delle tesi della Cisl in tema di fisco ma non abbiamo avuto il piacere di conoscere il parere del sindaco di Carpi, del presidente della Provincia e del sindaco di Sassuolo; ma una cosa la vorremmo dire anche noi. Vorremmo dire qualcosa sulla questione posta dal ministro Tremonti circa la “oppressione fiscale“ sulle imprese e, aggiungiamo noi, sugli italiani. Da tempo (speriamo che i nostri avversari politici ce ne diano atto) diciamo le stesse cose, in sintonia con studiosi del settore che hanno lucidamente quantificato il costo in tempi e danaro per espletare il dovere fiscale. Abbiamo posto anche a Sassuolo, a mero titolo di esempio, lo scempio degli studi di settore, applicati sia in periodo di normalità economica sia in questo periodo di difficoltà , una vera e propria oppressione. Ricordiamo l’unanime consenso del consiglio comunale, attraverso un documento condiviso , per un celere intervento dell’Osservatorio Regionale Studi di Settore. Sappiamo, dalla relazione annuale riferita all’anno 2009, che è stato formato un gruppo di lavoro sulla crisi del settore ceramico e sul monitoraggio complessivo della crisi economica in Emilia Romagna; ma non conosciamo le determine, anche perché secondo noi non c’è ne sono state. “Dum Romae consulitur , Saguntum expugnatur!”. Non siamo riusciti a capire come certe associazioni di categorie imprenditoriali sponsorizzano documenti contro le manifestazioni in centro storico, ma fanno finta di niente sulle importanti questioni fiscale; a pensare male si fa peccato ma, forse, le complicazioni fiscali sono più facili da gestire. Tornando a Tremonti le sue ultime parole sono un “miracolo” laico, ma per essere vero e sincero ci dovrebbe spiegare come mai non si è accorto (in questo periodo dovrebbe firmare la convenzione 2011-2013 con l’Agenzia delle Entrate, mentre risulta già l’accordo con il Comando Generale della Guardia di Finanza) degli obiettivi fissati in base alla capacità operativa ed agli orientamenti del Governo, in termini di controlli fiscali quanti-qualitativi . Intendiamoci : programmazione legittima e necessaria per la lotta alla evasione ed alla elusione fiscale ,ma siccome il professor Tremonti è un attento conoscitore del sistema, dei suoi vizi e delle sue virtù, speriamo nella sua coerenza per orientare il “controllo“ tenendo conto della situazione economica del Paese e, tanto per fare esempio, maggiori controlli sintetici, sulle frodi, meno da studi di settore che come è noto dal 2008 in avanti non sono minimamente attendibili vista la crisi. Siamo tutti d’accordo che la pressione tributaria è insostenibile, che gli Enti Locali per operare devono mantenere la loro pressione, ma se poi sommiamo a queste cose anomale l’oppressione fiscale“ abbiamo innescato una miscela esplosiva”.

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