“Non comprendo la violenza verbale e la seccatura di Richetti di fronte alla richiesta di far parlare Renzi a Sassuolo. Tanto più da parte di una persona che dovrebbe avere un ruolo di garanzia nell’Assemblea Legislativa Regionale. Forse Matteo, da sempre più bello che bravo, pensa che gli voglia soffiare il posto di capo corrente. Niente di più lontano dalla realtà: volevo semplicemente confrontarmi, da avversario e non da nemico, su temi che riguardano tutti e con i quali avranno a che fare i nostri figli”. Il sindaco di Sassuolo Luca Caselli replica in questo modo alle dichiarazioni di Matteo Richetti riguardo l’invito rivolto al Sindaco di Firenze a partecipare ad un convegno in città. “E’questo il progetto di Renzi? Una semplicissima corrente “pre anta” del PD? Sinceramente credevo ci fosse qualcosa di più – aggiunge Caselli – ma ne prendo atto. In ogni caso attendo la risposta del Sindaco, che credo abbia l’intelligenza di aprire il dialogo e non di chiudere le porte. “Ci siamo fatti due risate” dice Richetti. C’è poco da ridere, dico io. E’ l’arroganza di questa immagine ( due persone che sghignazzano alle spalle di chi vuole il confronto) la nuova immagine della sinistra italiana? E cosa c’entra Berlusconi? Peraltro quello stesso Berlusconi che accolse Renzi ad Arcore di fronte a una sua richiesta, a differenza di Richetti che ride. Ride senza avere mai amministrato nulla, senza conoscere Sassuolo pur abitando vicino, senza mostrare nessun rispetto per cittadini e Istituzioni. Ho forse disturbato qualcuno? Me lo dicano, e me lo dica Renzi. Con un sindaco di centro-destra non si parla? Beh, allora siamo tornati indietro, altro che futuro! In ogni caso io andrò avanti. Ho dimostrato con i fatti di avere unito un territorio di cinque Comuni prima diviso dall’appartenenza a un unico partito, ho abbattuto i muri del pregiudizio politico (quello che sta avvelenando l’Italia) in nome del dialogo per il bene comune. Si può fare qualcosa di costruttivo partendo da due partiti diversi? Penso di sì. Se Renzi è sincero, mi risponda personalmente e accetti l’invito, senza affidarsi a giovani politici locali che sono già vecchi nel linguaggio e nei modi di gestire la cosa pubblica. Una democrazia matura impone che tutti facciamo un passo indietro e che ognuno si dedichi a ciò che è stato chiamato ad amministrare: io non mi occupo delle vicende romane, penso alla mia città. Richetti pensi agli uffici dorati dove è stato messo dal suo partito per non nuocere e abbia più umiltà nel confrontarsi con gente che amministra veramente e che veramente ascolta i cittadini”.
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