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Massimo Bertacchi e la vittoria contro il covid: “Il periodo dell'intubazione un buco nero”
giovedì 25 febbraio 2021
Ha lottato contro il covid ed alla fine ha vinto la sua battaglia. Una battaglia, quella vissuta dal dentista sassolese Massimo Bertacchi, classe 1957, che l’ha portato anche nel reparto di terapia intensiva a Baggiovara, dove è stato intubato dal 2 al 24 dicembre.
“Ho rischiato diverse volte di non farcela anche a causa di sovra-infezioni tra cui la klebsiella che è un batterio particolarmente ostile e ha un tasso di mortalità nella variante in cui l'avevo preso al 50 per cento”, ricorda Bertacchi, che poco prima di essere intubato vedeva la nipotina appena nata tramite uno schermo: “Ho fatto in tempo a vedere la foto e commentarla, ma non ricordo niente. Nemmeno cosa ho scritto. Il periodo dell'intubazione è un buco nero, non mi ricordo niente. L'ho vissuto come un lungo incubo che mi ha davvero torturato, soprattutto nel periodo di coma farmacologico”.
Il covid ha colpito duramente anche alcuni suoi familiari: “Eravamo ricoverati contemporaneamente mio padre, mia madre, io e mia sorella. E mio padre non ce l'ha fatta perché aveva una forte insufficienza renale e quindi non poteva nemmeno ricevere le terapie adeguate. È morto il 5 dicembre quando io ero già in coma. Mia mamma e mia sorella ce l'hanno fatta anche se hanno subito una forma severa e sono state entrambe ricoverate con l'ausilio dell'ossigeno, ma non del caschetto”.
Ora Bertacchi si concentra sulla riabilitazione: “Adesso io mi porto dietro una debolezza feroce rispetto al mio standard normale, per me una camminata non particolarmente lunga come da casa all'ambulatorio dove lavoravo rappresenta una fatica e un sacrificio. Sento di doverlo fare per ritornare il prima possibile in forma, perché tra il periodo di coma e il successivo allettamento sono stato quasi 2 mesi senza camminare e questo ha prodotto un'atrofia delle masse muscolari. Credo servano dai 6/7 mesi per tornare in forma e quindi cerco di accorciare i tempi facendo tutti i giorni qualche passo in più”.
La posizione dei negazionisti, secondo Bertacchi, è frutto della nostra cultura: “Ci sono persone che invece di ascoltare medici o scienziati preferiscono seguire teorie strampalate che arrivano dai social. Vorrei dir loro che mi piacerebbe portarli a fare un giro nei reparti Covid, nei reparti di emergenza o rianimazione e far vedere qual è la situazione delle persone che come me hanno sofferto moltissimo. E forse tutte le certezze di questi negazionisti cadrebbero perché io sono la prova vivente di tutto il male che questo Covid può fare”.
L’intervista a Massimo Bertacchi sarà trasmessa nella puntata del 4 marzo di Sassuolo Salute.
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