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Consiglio comunale, l'assessore Zilioli sul ponte Veggia: "Chiusura necessaria"
mercoledì 30 aprile 2025
Tra i temi più importanti affrontati nel corso della seduta del Consiglio Comunale di ieri sera c’è la manutenzione straordinaria del ponte Veggia, che ha portato alla chiusura totale dell’infrastruttura. In particolare, il consigliere di Fratelli d’Italia, Alessandro Lucenti, ha chiesto alla Giunta se sono state sondate proposte alternative alla chiusura totale del ponte e se sono state valutate proposte di viabilità alternativa come l’istituzione di un senso unico alternato, la costruzione di un ponte Bailey, l’utilizzo della traversa Rolando Rivi (della diga) di San Michele. Inoltre ha chiesto se è stato attivato un percorso di confronto istituzionale per trovare finanziamenti e se ci sono stati dei privati che si sono resi disponibili a finanziare anche in parte la realizzazione del Bailey e in che cosa è consistito il lavoro di dialogo e coordinamento con associazioni e imprese. David Zilioli, Assessore con delega a Pianificazione e sviluppo del territorio, ha dunque risposto alle domande: “La chiusura del ponte della Veggia per circa 60 giorni era già prevista nella fase progettuale, come indicato nel progetto definitivo approvato con delibera di Giunta comunale nell'aprile del 2023. Si tratta di una soluzione necessaria: l'elaborazione di consolidamento strutturale richiede infatti interventi simultanei in tutta la sezione trasversale. Il senso unico alternato non sarebbe stato tecnicamente compatibile. Inoltre è stato simulato che le lunghe code derivanti da un sistema semaforico andrebbero a bloccare le rispettive viabilità cittadine. Sono state ipotizzate soluzioni alternative come l'installazione di un ponte Bailey, risultate però non praticabili per i costi sproporzionati (oltre un milione di euro), i tempi lunghi richiesti per la parte procedimentale e la mancanza di efficacia. Inoltre è opportuno ricordare che la funzionalità di un ponte temporaneo necessita di tutta una serie di ricuciture viabilistiche con la viabilità esistente, tra l'altro in zone delicate da un punto di vista naturalistico e soprattutto idraulico. Non ci risulta, invece, di privati disposti a pagare tale possibile ponte Bailey. Già dal mese di febbraio sono stati avviati i contatti con il consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale, che è il soggetto che gestisce la traversa per verificare l'utilizzo emergenziale della traversa di San Michele (la diga). Le verifiche tecniche sono tuttora in corso. Sul coordinamento, l'amministrazione ha istituito a inizio anno un tavolo di coordinamento permanente coinvolgendo più volte istituzioni, autorità competenti e rappresentanze economiche ed è stato monitorato costantemente lo stato dei lavori per rispettare il cronoprogramma, tant’è che non sono state richieste sospensioni. Bisogna ricordare che il cantiere in corso è particolarmente complesso: si interviene su un'infrastruttura che ha oltre 100 anni di vita e che richiede oggi opere di consolidamento strutturale non più rinviabili, anche solo per non perdere finanziamenti come quelli PNRR che hanno una tempistica obbligata a finire il 2027.” Ma Lucenti ribatte: “Sono veramente preoccupato dalla risposta. Voi non vi rendete conto di quello che andrà a succedere. Dopo che uno si è insediato da 7 mesi, mi dice che sull'ipotesi anche di valutare il ponte della diga, ancora non sappiamo se si può o non si può usare. E’ in corso la valutazione? Quando si arriva maggio, deve già sapere se lo si può usare. Anche perché quel ponte deve essere utilizzato anche per il passaggio dei mezzi sanitari per una persona che sta male a Roteglia, a Baiso e deve venire a Sassuolo. Abbiamo un ponte molto simile, un lavoro di 9 milioni di euro, a ridosso di Bologna, dove stanno facendo i lavori in senso alternativo. Non sono nemmeno sicuro della valutazione di oltre un milione di euro per il Bailey, che era un’alternativa da mettere in campo. Ad oggi ci ritroviamo con un ponte sicuramente chiuso, forse per 60 giorni, senza la possibilità di fare una fase alternata che la città aveva già provato e che preferiva alla chiusura totale. Non siamo soddisfatti.”
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