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13 Aprile 2011

Panara e l’Occidente malato

Ha suscitato grande interesse l’incontro con il giornalista Marco Panara e con il sindacalista Francesco Falcone che si è tenuto martedì 12 aprile in Sala Biasin. Moderato dal giornalista Leo Turrini, l’incontro, organizzato dall’associazione Concretamente Sassuolo, presentava il libro di Marco Panara “La malattia dell’Occidente, perché il lavoro non vale più”. Panara ha spiegato come la precarizzazione e la perdita di valore del lavoro, in favore del valore del denaro e delle grandi speculazioni, abbia rivelato la sua inefficacia, tanto che si comincia a vedere un ritorno verso la manifattura e la solidità delle produzioni e dell’occupazione. “Il divario favorevole nei costi per le produzioni cinesi – ha spiegato – si è ridotto ormai al 15 per cento e il prossimo piano quinquennale cinese, include per la prima volta la parola felicità riferita al miglioramento delle condizioni di vita della gente. Perché quando un paese comincia a produrre su vasta scala, ha bisogno che ci sia il denaro per acquistare quei prodotti. Per la prima volta la Cina sperimenterà anche la contrattazione sindacale collettiva. Ma anche gli Usa stanno riscoprendo il valore della manifattura, che non a caso è parte del nuovo programma economico di Obama”. Secondo Panara la speranza di un ritorno a una più equa distribuzione dei redditi e una maggiore valorizzazione del lavoro c’è: “La globalizzazione 2.0 sta in parte riequilibrando la situazione. I paesi che una volta erano emergenti e che ospitavano le produzioni occidentali a basso costo che poi venivano rivendute nei mercato occidentali, ora sono a loro volta mercati nei quali conviene vendere. La domanda si orienta sempre di più verso prodotti di qualità crescente, che richiedono forza lavoro adeguata e non precaria. Il fallimento delle grandi operazioni finanziarie e l’idea del denaro come valore lascia nuovamente il posto all’idea del lavoro come collante sociale ed economico”. Francesco Falcone, segretario provinciale della Cisl, riferendosi alla situazione generale ma anche a casi specifici, come la Fiat e la situazione della ceramica italiana ha sottolineato come “in un paese che da 15 anni non cresce l’esistenza del lavoro low cost è giù un miracolo. In casi come quello recente della Fiat c’è stata una sbagliata politicizzazione del confronto che ha reso difficile la tutela di tutti i lavoratori indistintamente. Ma in altri ambiti, come in quello ceramico, un corretto scambio fra pieno sfruttamento degli impianti e maggiori tutele e vantaggi per i lavoratori ha funzionato fin dagli anni ottanta. La crisi del lavoro a mio parere dipende più dalla speculazione, che è la vera malattia, tanto che lo stesso presidente Obama ora evidenzia la necessità di lavoro sodo e prodotti durevoli”.

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